Prima di iniziare l’esposizione dei punti che, personalmente, ritengo i più salienti di questo modestissimo contributo, mi preme sottolineare poche piccole cose che introducano bene all’argomento.
Gli 11 metri: compendio di educazione morale?
La ‘bassa’
Senza cadere nel cosiddetto “amarcord”, ma semplicemente citando ciò che fu inconfutabilmente storico, io e quelli della mia generazione siamo cresciuti al tempo della “bassa”, e cioè il telefono: quella cosa con la cornetta, nero o grigio, che solitamente si trovava tassellato ad una parete, o su un tavolino del corridoio.
Era quello, il solo mezzo di “telecomunicazione” che le famiglie avevano, e neanche tutte…
Telefoni cellulari? Ancora da inventare.
Il ‘baracchino’
Quindi, per noi il baracchino (il mio primo fu nel 1978, quando avevo 15 anni), col suo microfono e la sua antennina, era veramente una specie di scatola magica, misteriosa e fantastica; una sorta di prodigio, che ti permetteva di comunicare senza fili, in maniera autonoma: una sensazione, allora, stupefacente, roba da stupire anche l’autrice di Harry Potter. Altro che smartphone!
Allora il baracchino era quasi un’”arma”, lo si doveva denunciare ed io, ancora minorenne, ebbi il benestare di mio padre: uomo integerrimo ma di larghe vedute, amorevole, sempre appassionato di tecnologia; fu lui a compilare, firmare e consegnare alla Questura la carta bollata della denuncia, e a pagare la concessione per me.
Usavo la CB anche per parlare con un mio compagno di classe, “Ippogrifo”, così da poter ripassare insieme qualche parte dei compiti di scuola superiore, ed aiutarci vicendevolmente nello studio senza dover occupare la linea telefonica.
Guardando il live di YouTube del 12 marzo, dove sono intervenuti Matteo, Angelo e Domenico, vi sarete accorti tutti di un particolare importante: parlavano da CB. Non si interrompevano mai (eppure erano in duplex); aspettavano tutti la fine dell’intervento di uno di loro, e attendevano di essere “rilanciati”. Così ho pensato che, davvero, al di là dell’educazione civica che abbiamo ricevuto dalla scuola, ma in primis dalla nostra famiglia, gli 11 metri abbiano insegnato qualcosa anche a me, e credo anche a voi.
Educazione e senso civico
Nella banda cittadina (ma, più in generale, in qualsiasi trasmissione radiantistica “simplex”) si può parlare uno per volta. Sappiamo tutti che la commutazione in trasmissione di un apparato esclude automaticamente il circuito di ricezione.
Quindi: o si parla, o si ascolta.
Gheppio
Quando la ruota è composta da diversi operatori, si aspetta il proprio turno per esprimere il proprio pensiero oppure (talvolta capita) si può legittimamente saltare quel turno, ma a patto che si sia chiamati direttamente da qualcuno ad intervenire, a vantaggio di tutti, nello specifico contesto della discussione.
Insomma: nella banda cittadina non si può interrompere qualcuno, mai. E questo implica una certa disciplina morale, didascalica: si chiama civiltà.
Nei QSO e nelle “ruote” abituali, oggi come un tempo, c’è sempre rispetto reciproco, al di là di qualunque possibile divergenza di opinione che possa scaturire dall’argomento trattato. Riassumendo: si parla, si ascolta, si attende il proprio turno.
È educazione sociale.
Gheppio
Discrezione e prudenza
Nella banda cittadina non si è mai soli, e dico proprio mai: anche quando tutto farebbe pensare il contrario, anche dopo innumerevoli “CQ” che non ricevono alcuna risposta. I 27 MHz sono una frequenza “libera” e, proprio per questo, tutti coloro che la frequentano possono ascoltare i QSO senza alcun vincolo, in discreto “silenzio radio”.
Ne consegue quella che dovrebbe essere la naturale attitudine dell’operatore medio: mantenere sempre una proprietà di linguaggio pertinente, mai volgare, né offensiva; il buon senso ci porterà alla conseguente prudenza nel ponderare bene i propri argomenti, tenendo bene a mente che, ad esempio, quel personaggio di cui, magari con innocenza, capita di spettegolare (ahimè, può succedere) può essere proprio lì che ci ascolta: episodi di questo genere sono estremamente spiacevoli e rischiano di rovinare anche le amicizie più datate.
Fratellanza
Eh sì: un termine impegnativo, questo. Eppure è proprio la “fratellanza” che lega gli individui con le stesse passioni, che ci fanno parlare tra noi e, a volte, anche incontrare in “verticale”.
Come i camionisti, che si scambiano opinioni ed informazioni per aiutarsi in un lavoro che è tutto tranne che poco impegnativo e duro.
Come i motociclisti che, per consolidata tradizione, se vedono uno di loro in panne ai bordi della strada si fermano e gli mettono a disposizione la propria esperienza e i propri utensili, per aiutare un collega a trarsi d’impaccio.
Ecco, a distanza di tanti anni e per quanto ne avessi già appreso precedentemente i fondamenti, mi rendo maggiormente conto che è proprio questo che mi è stato “rafforzato” dagli 11 metri, i 27 MHz, la CB:
1) Educazione e senso civico
2) Discrezione e prudenza
3) Fratellanza
Il modo in cui divulghiamo la cultura dei 27 MHz può diventare il nostro semplice contributo per incrementare, specie nelle nuove generazioni, questi splendidi valori.
73
15MHZ190
stazione CB Gheppio
Claudio
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