Generazione On Air
“Brecco brecco da Michael in A1 quasi all’altezza di Parma, volevo uscire a mangiare qualcosa,
qualcuno sa indicarmi un posto?”
“Avanti anti anti col buongiorno orno orno orno! Sei già uscito a
Parma arma arma?”
“Grazie per la risposta, no siamo ancora qualche chilometro prima”
“Esci a Parma fiera, Vai dritto alla rotonda, non il primo sulla destra, il secondo che trovi sulla sinistra, ha un parcheggio grande per i camion, di a Maria che ti manda Sansone alias Mario, con 10.000 lire ti
da anche il dolce fatto da loro oro oro”
“La Maria e sempre la Maria, saluti da Lupo Solitario”
“Grazie Sansone con i saluti a Lupo Solitario”…
Era il 1997, avevo appena preso la patente e affrontavo il mio primo viaggio in autostrada.
MHZ10
Direzione: Bellaria, vicino Rimini, dove ho trascorso le vacanze dal 1987 al 2002. In auto, avevo un Midland Alan 28 con un’antenna caricata da 1,5 metri sul tetto, che tenevo quasi sempre inclinata a 45 gradi.
A bordo con me c’era mia mamma. Quella radio era il nostro navigatore, ci indicava la strada e ci suggeriva i ristoranti vicini, con tanto di recensioni in diretta. Quando eravamo annoiati, diventava il nostro social network, permettendoci di cercare tra il fruscio delle onde qualche voce nuova.
Si conosceva gente, si creavano amicizie e amori. Più di uno è passato dal “verticale” all'”orizzontale”.
MHZ10


Tutto era iniziato perché un mio vicino di casa e compagno di scuola, il cui padre era radioamatore, aveva ricevuto un Handicom 50S della Intek per il suo quattordicesimo compleanno. Insistette affinché ne comprassi uno anch’io, e così, dopo qualche mese, avevo la mia “mattonella”.
12 ore per caricare, una decina di stilo che si scaricavano in mezz’ora. 40 canali, un lusso all’epoca. Alcuni avevano ancora i quarzi da cambiare. Condividendo la passione per i fuoristrada e la montagna, oggi siamo entrambi radioamatori.
Mia madre, all’epoca 46enne, e mio padre, 48enne, vivevano la radio in modo diverso. Mio padre era indifferente, e ancora oggi non vuole usare il cellulare né la radio PoC che ho preso per avere un mezzo di comunicazione e geolocalizzarlo. Mia madre, invece, aveva scoperto che molte delle sue amiche utilizzavano la radio.
Avevamo il veicolare in camera mia con un’antenna da 5 metri e mezzo e il portatile con un’antenna da un metro e mezzo fuori dalla finestra in sala.
Lei stava sul canale 11, dove si trovavano i “vecchi” (oggi ho qualche anno in più di alcuni di loro), io sul 31, dove si trovavano i giovani.
MHZ10
Questi erano i due canali più usati, ma c’era un gran movimento in quel periodo.
L’A26, Genova-Gravellona Toce, era ancora in costruzione, e avevano allestito un campo per chi lavorava lì. C’era un via vai di camion e tutti avevano il CB. Capitava di ascoltare di tutto: ristoranti che attiravano i camionisti e donne che facevano lo stesso, chi si scambiava informazioni sulla viabilità, chi avvisava a casa di buttare la pasta. Era anche il nostro telefono cellulare.
Con l’avvento dei cellulari e dei social, tutte queste attività sono state trasportate su applicazioni e siti. Ma ogni tanto è ancora bello sentire quel fruscio della radio che cerca le onde finché non compare una voce che ci racconta dove si trova e cosa sta facendo.
Un mondo dove tutto era meno immediato, meno facile, ma che dava spazio alla fantasia, al romanticismo e al piacere dell’attesa.
Anche quella di un segnale che proveniva da molto lontano.
Angelo MHZ10
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